Maremma in sicurezza: argine remoto sul fiume Albegna
Nel novembre 2012 il Fiume Albegna esondò; vite umane, case, campi ed aziende furono travolte e distrutte dalla forza delle sue acque.
L’alluvione della Maremma grossetana è l’effetto di un evento meteorologico straordinario sia per la quantità che per la durata delle piogge, con picchi di pioggia mai registrati prima in molte delle località colpite.
Le esondazioni hanno causato la perdita di 6 vite umane e circa 700 sfollati in tutta la provincia ed ingentissimi danni nelle campagne lambite dai fiumi Ombrone, Albegna, Fiora e Paglia e nel centro abitato di Albinia.
A livello provinciale l’evento è paragonabile all’alluvione di Grosseto del 4 novembre 1966, con la differenza che l’evento del 2012 ha colpito più duramente il settore meridionale della provincia.
L’economia della zona è stata messa in ginocchio, quasi 1500 aziende agroalimentari sono state duramente colpite e 150 delle quali sono state totalmente compromesse con danni stimati in oltre 100 milioni di euro.
Con l’obiettivo di proteggere il territorio nella zona della Marsiliana da eventi ambientali drammatici, Westgroup ha realizzato il progetto, commissionato dal Consorzio di Bonifica n.6 Toscana Sud, relativo alla costruzione di un argine “remoto” tra il ponte della Marsiliana e la confluenza del torrente Patrignone.
ARGINE “REMOTO” – IL PROGETTO
Per “argine remoto” si intende uno sbarramento realizzato in terra arretrato verso la campagna rispetto agli argini veri e propri del fiume Albegna, realizzato in modo tale da confinare le golene naturali e da contenere l’eventuale volume dell’onda di piena a carattere eccezionale.
L’argine remoto sull’ Albegna
L’intervento di messa in sicurezza previsto, ed oggi già realizzato, consiste nella progettazione di un argine remoto in grado di contenere le acque del fiume Albegna, nel caso in cui queste dovessero tracimare il contenimento costituito dagli argini esistenti.
L’argine remoto è in grado di garantire la messa in sicurezza dei territori a tergo dello stesso per il tempo di ritorno di 200 anni con un franco di sicurezza.
L’argine, ha una lunghezza complessiva di circa 4600 m, ed è costituito da terreno reperito all’interno delle aree golenali del fiume.
La sua larghezza in testa è di 4.0 m con una pendenza dei paramenti di 1:2 ,un’altezza media di circa 2.60 m (la massima di circa 5.00 m) ed una pendenza media dello 0.185%.
Al fine di riconnettere la viabilità esistente, per garantire l’accesso ai terreni interessati dalle arginature e per effettuare la manutenzione delle opere idrauliche realizzate, sono state previste una serie di rampe di accesso alla sommità arginale.
L’intervento di realizzazione dell’argine remoto prevede, oltre alla realizzazione del rilevato arginale stesso, anche la regimazione delle acque del reticolo minore, ovvero dei corsi d’acqua secondari che in passato confluivano nel fiume Albegna e che ad oggi sono intercettati dall’argine.
Per ogni scarico è stata prevista la realizzazione di una serie di aperture, realizzate con struttura in cemento armato, al disotto della struttura arginale e ognuno sarà dotato di uno scarico presidiato da una paratia automatica a clapet.
E’ stato inoltre realizzato un canale di gronda al lato campagna dell’argine per tutta la sua lunghezza con la funzione di intercettare i fossi di scolo affluenti e di ripartire il carico idraulico tra i diversi scarichi.
Per informazioni:
Mail: m.alderighi@physis.net
segreteria.firenze@physis.net
Tel.: +39 055 4683253
Foto di testata: l’Argine remoto realizzato a Grosseto (foto di Giovanni Cannata)
Fotografie -2-3-4 di Martina Alderighi
Martina Alderighi
Ingegnere Civile specializzato in Idraulica all'Università degli Studi di Pisa. Abilitazione all'esercizio della professione di Ingegnere Civile-Ambientale.
Una missione chiara: proteggere l’ambiente, la salvaguardia della terra in cui vive e prevenire e contrastare le conseguenze meteo su territori fragili, come l’Italia.
Lavora nel Dipartimento Physis di Westgroup.
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