Sono state avviate le attività per il Progetto IRMA (Innovative Radiation Monitor for containers at port customs gates), un progetto altamente innovativo nell’ambito del monitoraggio della radioattività, condotto da RTS Instruments Srl (Westgroup) insieme a partner di altissimo livello: Else Nuclear Srl, Monema Srl, Global Service Srl, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e l’Università di Pisa (Fisica).
Con un investimento di € 1.220.000,00, co-finanziato dalla Regione Toscana (fondi POR FESR 2014-2020), il progetto prevede la realizzazione di un sistema integrato innovativo per individuare la presenza di materiale radioattivo disperso, o occultato, nei container in transito nelle aree portuali. Il banco di prova sarà costituito dal Porto di Livorno, con oltre 1 milione di container in transito ogni anno.
Background
Le statistiche dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica mostrano che ogni anno si verificano nel mondo un centinaio di episodi di trasporto illegale di materiale radioattivo. Le circostanze variano nelle diverse aree geografiche ma per lo più si tratta di eventi dovuti a negligenza. Anche in Italia si ricordano episodi recenti nei quali del materiale radioattivo non dichiarato è transitato nei nostri porti. Nel 2019, cinque tonnellate di Coltan, senza indicazione del livello di radioattività, sono state scaricate a Livorno e trasferite a Trieste mettendo in pericolo la salute del personale coinvolto.
Nel 2018, quattro container che trasportavano semilavorati metallici contaminati da Cobalto-60 provenienti dalla Cina sono stati sequestrati nel porto di La Spezia, causando gravi problemi di gestione e allarme tra il personale. Già nel 2008 a La Spezia erano transitate trenta tonnellate di acciaio cinese contaminato da Cobalto-60. Probabilmente una sorgente utilizzata per misurare lo spessore dei refrattari che rivestono gli altoforni era stata fusa nel metallo. La contaminazione venne scoperta solamente nelle aziende che stavano lavorando l’acciaio e che rimasero bloccate a lungo per la messa in sicurezza degli impianti.
Infine, anche se viene considerata improbabile l’ipotesi che l’Italia possa essere interessata da episodi di contrabbando a scopi terroristici, rimane il timore che gruppi terroristici possano costruire delle bombe sporche, ovvero delle bombe convenzionali contenenti materiale nucleare. Pur avendo una modesta potenza esplosiva, questi ordigni hanno un grande impatto psicologico e possono procurare gravi danni per i costi di bonifica.
Per ridurre al minimo ogni pericolo, salvaguardare la salute dei lavoratori e limitare i danni economici alle aziende coinvolte, è necessario intercettare i carichi pericolosi il prima possibile all’interno dei varchi doganali portuali.
Stato dell’arte a livello nazionale e internazionale
Attualmente non esistono in commercio rivelatori di materiali nucleari e radioattivi dispersi o nascosti all’interno dei container che possano essere facilmente montati sui mezzi utilizzati nelle aree portuali per la movimentazione dei container come, per esempio, gru e reach stacker. Lo stato dell’arte prevede limitati controlli a campione effettuati manualmente dagli operatori, oppure portali installati a terra che potrebbero eseguire il controllo solamente quando il container caricato sul camion attraversa il varco. Purtroppo questi portali sono presenti solamente in alcuni porti e non sono mai stati messi pienamente in funzione.
La mancata attivazione può essere imputata a diversi motivi, fra i principali il fatto che dovendo limitare il tempo di misura al passaggio del mezzo i risultati risultano poco affidabili, non in grado di distinguere il tipo di particella e poco sensibili.
L’innovazione tecnologica
IRMA svilupperà un portale di nuova generazione che potrà essere montato sulle gru di movimentazione dei container tra nave e banchina ed effettuare scansioni molto precise senza introdurre rallentamenti nelle operazioni di sbarco. A tale scopo, IRMA utilizzerà materiali e tecnologie sviluppati per la ricerca più avanzata in fisica nucleare e strumenti di intelligenza artificiale innovativi in linea con le tecnologie Big Data Analytics di Industria 4.0.
Altro aspetto importante è relativo alla sicurezza dei lavoratori dell’area portuale, che avrebbero un feedback immediato sulla presenza di materiali pericolosi nelle loro vicinanze.
Il risultato finale sarà un portale economico, robusto, affidabile, utilizzabile facilmente dal personale dello scalo e con ottime prestazioni (estrema sensibilità per il materiale radioattivo e falsi allarmi entro una soglia prestabilita).
Il portale sarà inoltre interconnesso con il centro di controllo dell’area portuale per avere una gestione integrata dei dati all’interno della logistica di movimentazione merci coerentemente con la Strategia Industria 4.0.
—
RTS Instruments – parte di Westgroup – sviluppa e produce sistemi per misurare e monitorare tutti i tipi di contaminanti radioattivi in aria ed acqua, nonché le emissioni radioattive, da quella gamma ai neutroni e comunque tutto quello che riguarda il monitoraggio della radioattività naturale. I principali gruppi di clienti comprendono centrali e impianti nucleari, centri di ricerca, protezione civile, organizzazioni militari, istituzioni sanitarie ed ambientali.
Ultimi articoli di Redazione News (vedi tutti)
- CONFERENZA FINALE PROGETTO LESSWATT 16/02/2022 - 10 febbraio 2022
- Primo Laboratorio ACCREDIA per la determinazione di flussi CO2 e CH4 - 3 gennaio 2022
- WEST SYSTEMS A ECOMONDO 2021 CON LESSWATT - 20 ottobre 2021