L’Autorità di Bacino del Fiume Arno, L’Autorità Idrica della Toscana, La Provincia di Prato, il Comune di Prato e Publiacqua S.p.A. hanno sottoscritto una Convenzione finalizzata all’approfondimento degli aspetti qualitativi dell’acquifero pratese.
Tale studio, realizzato da West Systems in collaborazione con l’Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG) – CNR di Pisa, ha previsto l’utilizzo di prove di campo e di misure chimiche ed isotopiche per la caratterizzazione dell’inquinamento della falda per quanto attiene sia i composti organo – alogenati che i composti dell’azoto. A tale scopo è stato progettato e realizzato un monitoraggio di dettaglio, basato su due campagne di misura estese e due campagne puntuali. Lo scopo è quello di fornire elementi in grado di orientare la gestione dell’acquifero, partendo dallo stato di conoscenza attuale.
La possibilità di mettere in relazione le caratteristiche qualitative dei componenti principali e dei i contaminanti di interesse con indagini di tipo isotopico, ha permesso un ulteriore passo avanti nella conoscenza dell’acquifero e nella caratterizzazione dei fenomeni di inquinamento in atto.
Per quanto riguarda la caratterizzazione d’insieme, le due campagne di misura estese, sono state effettuate su un numero consistente di punti di prelievo, una in condizioni di morbida ed una di magra del corpo idrico. Ciò ha permesso di individuare, fra l’altro, gli attuali hot spot, cioè punti ad alta concentrazione di inquinanti e quindi i pennacchi (le zone di diffusione). Sulla base di questa indagine è stato possibile definire due aree campione su cui programmare e realizzare indagini puntuali, sotto l’effetto di perturbazioni dello stato idrodinamico della falda (stress test).
I passaggi fondamentali delle attività sono stati i seguenti:
- Realizzazione di due campagne estese di monitoraggio dell’acquifero
- Scelta di due siti su cui effettuare il monitoraggio della qualità delle acque nel corso di “perturbazioni idrodinamiche” (campagne puntuali).
- Esecuzione delle indagini con “perturbazione idrodinamica” nel corso delle quali sono state monitorati livelli idrici e qualità delle acque.
Quanto osservato nel corso dello studio suggerisce che le fonti di inquinamento di tetracloroetilene, almeno in quota parte, possano risiedere nella zona insatura dell’acquifero ed esser dilavate dal passaggio delle acque di neoinfiltrazione nei periodi più piovosi dell’anno.
L’assenza di significative variazioni stagionali delle concentrazioni in nitrati, o al limite la presenza di minimi incrementi tra Giugno e Settembre, indica che questo contaminante risente poco delle acque di neoinfiltrazione, suggerendo una minima dipendenza delle sue concentrazioni dalle attività di superficie attuali ed una più o meno omogenea sua diffusione nella parte satura, con possibilità di un significativo coinvolgimento anche degli orizzonti permeabili più profondi.
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